L’arte di Salonia e il suo rapporto con l’isola di Salina
Alcuni anni fa ho sistemato all’esterno del muro esposto a Nord della mia casa a Pollara un’opera artistica materica eseguita su faesite con installazione di stoffa, cartone, metallo e altri elementi naturali. Il titolo era “il cavaliere e la morte”. Molte persone che la vedevano osservavano che era un rischio lasciarla all’acqua e al vento e che sarebbe stata distrutta dalle intemperie. Io invece ero contento che l’opera si rompesse e fossi poi costretto a ricostruirla. Poiché e’ stata poi distrutta e fatta a pezzi dal vento, ho raccolti i resto e li ho messi accanto alla legnaia in attesa di rimetterli a posto. Visto che però’ la cornice era rimasta appesa ho pensato di realizzare un ritratto dell’attore Massimo Troisi nei panni del protagonista de Il postino. Mi sono ispirato alla tecnica dell’artista da strada portoghese Alexandre Farto e ho realizzato un graffito alla memoria di Troisi per il ventennale della morte e della proiezione de Il Postino.
Speciale Salonia Salina su Onda tv
Ventennale Troisi successo per il maestro Dimitri a Salina
Bozzetti opera Salonia
La mia grotta incustodita con il cancello divelto e spalancato, la barca di legno di Lorenzo agganciata, con solide cime, alle pietre infisse nell’altare di tufo, in fondo all’antro accogliente e scuro.
E quel remo di legno scolpito, appoggiato sulla tolda.
Quella scala di pietra, l’antico sentiero comunale; e in fondo, lontano, lo scoglio a mare e il curvo orizzonte.
Tutto questo, persino le cime aggrovigliate, sono già una stupenda installazione naturalistica, senza alcun intervento d’artista, che rischia di essere distrutta oltre che dalla violenza delle mareggiate, da azioni legali improbabili, dato che la mia grotta è aperta a tutti.
Tuttavia è assolutamente necessario distruggere e buttare a mare il motore e il bidone di plastica per motivi chiaramente estetici; e questo lo farà lo stesso Lorenzo.
Ieri, mentre Lorenzo mi aiutava con entusiasmo a tirare la sua barca verso la bocca della grotta, con l’antica tecnica marinara della carrucola di legno, gi dissi che apparteneva ad una razza umana in via di estinzione, che ancora si avventura con una barca di legno a remi nei tumultosi mari governati da Eolo per una pesca dalle regole antiche. Mi piacerebbe pensare che alla barca, che Lorenzo ha offerto per il rito dell’installazione artistica, potrà navigare a lungo tra quei perigliosi scogli e al largo, nel canale, tra le secche e la schiuma, per raccogliere i frutti di un mestiere antico. E ho capito perché per Lorenzo il diritto alla sopravvivenza e alla tutela dei preziosi legni prevale su ogni altra cosa, persino sul mio diritto di proprietà un potere vuoto e inconsistente, senza il sostegno della vita vissuta , con fatica, per la sopravvivenza e la conservazione degli antichi mestieri. La barca di Lorenzo non rappresenta la bara, come la barca capovolta del Cafarella, secondo antiche simbologie. Questa barca è pronta per il varo, tutta vestita a festa, con i suoi remi e le sue reti per la pesca, allestita per altri viaggi in mare, in bonaccia o in tempesta ma sempre disposto ad accoglierla nei suoi grandi spazi, senza cancelli, né recinzioni, e senza confini per i naviganti, liberi di andare all’alba o di notte spinti dal vento e dalle onde delle correnti nel mare che inghiotte i corpi degli immigrati ma li conduce verso sponde più amiche e terre più accoglienti. Il naufragio o la speranza per questi “delinquenti” colpevoli solo di non aver ricevuto un permesso di soggiorno, a loro dovuto per diritto di asilo, un rifugio per la vita, che tante volte solo i pescatori sano dare. Ecco perché quelle reti che ho installato sulla barca di legno sono molte colorate. Esse rappresentano la vita, perché il colore è vita, mentre il grigio delle facciate delle chiese e delle inferriate rappresenta la morte.
Le voci
La grotta di Pollara: progetto per una Chiesa Rupestre
Un nido per amare
Un rifugio per morire
Una ferita ancestrale nel tufo antico del paradiso rubato agli dei
– Il vento:
il respiro di Eolo
nella terra dei miti.
– Il ruggito del mare
In una notte di tempesta
– La barca di Lorenzo:
Il rumore di uno schianto,
di un’esplosione contro la roccia
e il cancello.
– L’alito dolce di un soffio d’aria
tra le canne.
– Un canto estremo dalla cima
di un eucalipto, su note scolpite
nel nido dei corvi.
– E il grido dei gabbiani
e altri rapaci, raccolto
dal quotidiano di turno.
Dimitri Salonia